13 aprile 2011

Istat: cala il potere d'acquisto nel 2010. Famiglie costrette a "tagliare" anche sulla tavola


I consumi alimentari sono fermi, le vendite non ingranano e le borse della spesa languono. Lo dimostrano i dati Istat sul reddito delle famiglie nel 2010, che evidenziano una perdita del potere d'acquisto degli italiani pari allo 0,6 per cento annuo, dopo il crollo del 3,1 per cento nel 2009. La conseguenza è che la gente continua a comprare poco e, quando lo fa, passa per sconti e promozioni. Anche per la tavola le famiglie spendono di meno, modificando abitudini alimentari e cercando il risparmio nei discount. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i risultati dell'indagine dell'Istituto nazionale di statistica.

Nel 2010 -ricorda la Cia- i consumi agroalimentari sono diminuiti complessivamente dello 0,6 per cento. E a farne le spese non sono stati solo i prodotti "superflui" ma anche quelli di prima necessità: nell'anno, infatti, a calare sono stati prima di tutto pane e pasta (scesi rispettivamente del 2,7 per cento e dell'1,8 per cento sul 2009), carne rossa (meno 4,6 per cento), pesce (meno 2,9 per cento), frutta e agrumi (meno 1,8 per cento), vino da tavola (meno 2,1 per cento). Cambia anche la tipologia di esercizio commerciale scelto; fanno sempre meno affari i piccoli negozi (meno 0,4 per cento), mentre va meglio la Grande distribuzione organizzata, spinta in avanti dai discount che sono gli unici punti vendita a segnare un aumento netto nel 2010 (più 1,3 per cento)...

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