Senza misure di sostegno all'economia, sarà un autunno "nero" per i consumi, con un ulteriore crollo della domanda interna in una situazione che è già al limite. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito agli allarmi lanciati in questi giorni sulla spesa delle famiglie.
Gli italiani -sottolinea la Cia- sono stati costretti dalla crisi, dalla pressione fiscale alle stelle, dalle retribuzioni ferme al 1995 e anche dal "caro-carburante" a stravolgere i propri comportamenti d'acquisto. Se soltanto un litro di benzina arriva a costare quasi quanto tre pacchi di pasta e l'equivalente di dieci uova, è chiaro che i consumatori devono "tagliare" altrove, non solo rinunciando al cosiddetto "superfluo", ma agendo anche sul fronte irrinunciabile che attiene alla tavola. Per combattere la recessione, cioè, gli italiani oggi caricano il carrello alimentare in maniera più che oculata -continua la Cia-. Il 65 per cento delle famiglie compara i prezzi con più attenzione; il 53 per cento gira più negozi per cercare sconti, promozioni commerciali e offerte speciali e il 42 per cento preferisce le grandi confezioni, vale a dire il "formato convenienza". Ma c'è anche chi, semplicemente, compra meno cibo: sono più del 30 per cento dei nuclei familiari ad aver ridotto le quantità, "tagliando" soprattutto gli acquisti ortofrutticoli (il 41,4 per cento), quelli di carne rossa (il 38,5) e quelli di pane (il 37 per cento).
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