30 dicembre 2009

Spesi 3,2 miliardi per la tavola di Natale


In attesa di dati certi sui reali consumi degli italiani durante le feste, una tendenza si conferma anche quest'anno: il made in Italy e la tradizione dominano le tavole del Natale. Resta ancora da capire se a far prediligere lo spumante italiano e i tortellini in brodo allo champagne e al caviale con panna acida e blinis sia l'amor patrio, la solidarieta' verso gli agricoltori e gli industriali del settore (come auspica il ministro Zaia), una piu' diffusa cultura del territorio o, piu' banalmente, il persistere degli effetti della crisi economica che al momento segnano ancora la vita quotidiana nonostante le avvisaglie di ripresa nel lontano orizzonte.

Se e' vero che in Italia si consuma meno champagne (4 milioni nel 2009 contro le 4,5 del 2008 e le 5,6 nel 2007) e' altrettanto vero che, pur a fronte di una brillante crescita delle esportazioni delle bollicine italiane (+9 in Usa, +30% in Francia), il consumo interno a Natale e Capodanno, stimato in 90 milioni di bottiglie, e' calato del 2% (dati Confagricoltura). In compenso, fra cena del 24 e pranzo del 25, gli italiani hanno speso poco piu' di 3,2 miliardi di euro (stime fatte dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori) con una crescita dello 0,5% rispetto al 2008, andata per lo piu' a vantaggio del Made in Italy e a discapito di salmone, caviale, ostriche, frutta esotica.

La spesa alimentare - sempre secondo le stime della Cia - e' stata cosi' ripartita: in 1,1 miliardi di euro per carni e pesce, di 630 milioni per primi piatti e per il pane, di 500 milioni per dolci (con panettoni e pandori che hanno fatto la parte del leone); 420 milioni per vini e spumanti (per il 94% italiani), 350 milioni per formaggi e salumi (molti dei quali a denominazione di origine) e 210 mln per frutta fresca o secca. Dalle prime stime si ricava che gli italiani, sempre piu' attenti ai conti anche per i prezzi alimentari in crescita, hanno indirizzato i loro acquisti verso prodotti enogastronomici piu' abbordabili.

Una buona performance si e' avuta dai vini, soprattutto i rossi. Secondo le stime della Cia, si sono stappate circa 80 milioni di bottiglie, con una crescita dell' 1,8% rispetto allo scorso anno. Sempre secondo Cia, per gli acquisti le famiglie si sono rivolte in prevalenza alla grande distribuzione (56%), seguita dai negozi tradizionali (24%), dai mercatini locali (18%), e da internet (2%). Chi si e' rivolto direttamente alle aziende ha risparmiato il 30%.

Nonostante l'oculatezza del periodo, secondo Coldiretti, dalla cena e del pranzo di Natale e' avanzata una montagna di cibo per un valore stimato in 900 mila euro. Per riutilizzarli sono pronte le ricette del giorno dopo, piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta o le braciole di carne, involtini ottenuti dal rostbeef avanzato con l'aggiunta di salame e formaggio. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono una ottima soluzione di recupero ma anche le frittate, senza dimenticare la ratatouille per ridar vita ai resti delle verdure.


Fonte Ansa

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