La pratica dell'acquisto via internet dei generi alimentari in Italia é fortemente frenata dallo scetticismo dei consumatori. Il fatturato complessivo del segmento è calcolato per il 2009 in circa 196 milioni di euro. E' quanto emerge da una ricerca della Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha analizzato i dati ufficiali Ice e Istat, incrociandoli con quelli dei maggiori portali web operanti in Italia nell'e-commerce agroalimentare.
Nel 2009 -evidenzia la Cia- nonostante si sia registrato un incremento del 15 per cento rispetto al 2008, il nostro Paese, assieme alla Spagna, rimane ultimo in Europa nella classifica degli acquisti on-line. In Italia gli acquisti sul web di "Turismo" ed "Elettronica da consumo", con una movimentazione di oltre 2 miliardi di euro l'anno, e oltre all'alimentare va male anche l'editoria che raccoglie solo 100 milioni di euro nel 2009. Questi dati -secondo la Cia- esplicitano una diffidenza di fondo degli italiani che, quando vogliono comprare alimenti e libri preferiscono "toccare con mano" il prodotto, mostrando scetticismo verso l'acquisto a distanza. In tal senso, risultano fortemente penalizzati i prodotti freschi come frutta e ortaggi che non vengono scelti guardando solo un'immagine da catalogo.
Vino, birra, biscotti, tè e caffè coprono circa il 60 per cento delle vendite di questo specifico segmento della commercializzazione; la birra, in particolare, ha incrementato i volumi di circa l'82 per cento nell'ultimo biennio. Secondo le statistiche del gigante delle vendite in rete "e-bay" si transa nel sistema una bottiglia di vino ogni tre minuti e un prodotto enogastronomico ogni 60 secondi. Sembrerebbe molto, ma in realtà sono...
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