14 luglio 2010

Sei famiglie su dieci cambiano menù. Il 30 per cento acquista soltanto "promozioni" e sulle tavole sempre meno pane

La tavola nel tempo della crisi. Nel 2009 sei famiglie su dieci sono state costrette a cambiare gli acquisti dei prodotti alimentari; mentre oltre il 35 per cento ha ridotto la spesa. Il 40 per cento ha optato per prodotti di qualità inferiore e il 30 per cento ha comprato soltanto "promozioni", sempre più frequenti nella nostra catena distributiva. Poco meno del 14 per cento ha, invece, rinunciato a pranzi e cene fuori dalle mura domestiche (ristoranti, trattorie, tavole calde, fast food, pizzerie). E così il carrello della spesa continua a modificarsi. In netto calo soprattutto gli acquisti di pane (meno 12 per cento negli ultimi due anni). E' quanto rilevato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati Istat sui consumi delle famiglie nello scorso anno.

Nel contesto dei "tagli" alimentari, si riscontra -fa notare la Cia- che circa il 50 per cento delle famiglie ha ridotto proprio gli acquisti di pane. Analogo il discorso per la scelta di prodotti di qualità inferiore, dove l'orientamento delle famiglie, a livello nazionale, ha, infatti, riguardato il pane per il 41,6 per cento.
Il prodotto simbolo della dieta mediterranea, assieme alla pasta, si allontana sempre di più dalle nostre tavole, complici sia il cambiamento della dieta che ha spinto verso un calo dei consumi sia gli effetti dell'aumento medio del prezzo del pane che nello scorso anno è cresciuto di oltre il 4 per cento e del 2 per cento nel primo trimestre 2010. E proprio in quest'ultimo periodo si è avuta una contrazione nelle vendite del 4 per cento.

Gli italiani -fa notare la Cia...

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