Due famiglie su cinque costrette a "tagliare" la spesa alimentare e tre su dieci che comprano soltanto promozioni, sempre più frequenti nella nostra catena distributiva. E ancora: sei famiglie su dieci che cambiano menù e una su dieci che dice addio a pranzi e cene fuori dalle mura domestiche in ristoranti, trattorie, pizzerie e tavole calde. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito al Rapporto sulla povertà in Italia diffuso dall'Istat.
Sono dati che dimostrano le gravi difficoltà economiche delle famiglie che si impoveriscono sempre di più. Da quando è cominciata la crisi a oggi, la spesa media a famiglia per generi alimentari e bevande è diminuita già del 6 per cento. Sul fronte dei "tagli" -come rileva un'indagine della Cia condotta a livello territoriale- gli italiani certo non rinunciano solo al superfluo, anzi: nel 2010 il 41,4 per cento delle famiglie ha ridotto gli acquisti di frutta e di verdura, il 37 per cento quelli di pane e pasta, il 38,5 per cento quelli di carne (soprattutto bovina) e pesce.
Se invece si analizza la ripartizione geografica -sostiene ancora l'indagine Cia- si rileva che, sempre nell'anno passato, nelle regioni del Nord il 32 per cento delle famiglie ha limitato gli acquisti, mentre in quelle del Centro la percentuale di chi ha tagliato i consumi sale al 37 per cento. Nelle regioni del Sud, poi, si arriva fino al 49 per cento.
Se invece si analizza la ripartizione geografica -sostiene ancora l'indagine Cia- si rileva che, sempre nell'anno passato, nelle regioni del Nord il 32 per cento delle famiglie ha limitato gli acquisti, mentre in quelle del Centro la percentuale di chi ha tagliato i consumi sale al 37 per cento. Nelle regioni del Sud, poi, si arriva fino al 49 per cento.
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