La crisi riduce gli sprechi sulle tavole delle feste e inverte la tendenza "sciupona" degli italiani. Quest'anno, complici il calo di potere d'acquisto e reddito disponibile da un lato e l'aumento degli oneri fiscali dall'altro, due famiglie su tre hanno cambiato le proprie abitudini in cucina, comprando con più oculatezza, ma soprattutto "riciclando" gli avanzi evitando la pattumiera. Un trend che coinvolgerà anche Natale e Capodanno. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, spiegando che si tratta di un fenomeno positivo in un Paese come il nostro dove ogni anno finiscono nel bidone della spazzatura dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di cibo, pari a poco meno di 40 miliardi di euro, vale a dire il 2,4 per cento del Pil.
Di fatto -ricorda la Cia- gli sprechi maggiori si concentrano proprio durante le feste, Natale e Pasqua in testa, quando si arriva a buttare fino a un terzo del cibo acquistato, in particolare latticini, uova e carne (43 per cento), seguiti da pane (22 per cento), ortofrutta (19 per cento), pasta (4 per cento) e dolci (3 per cento). Solo l'anno scorso, tra il 24 dicembre e l'Epifania, sono finite nei cassonetti 440 mila tonnellate di cibo, per un valore complessivo di quasi 1,4 miliardi di euro, più di 50 euro a famiglia.
Ma quest'anno la situazione sarà ben diversa...
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