Seppure in contenuta flessione (-1,8%) rispetto al 2008 ma solo per effetto del contenimento dei prezzi, la spesa al ristorante per la notte di San Silvestro sara' di 434,7 milioni di euro. E' quanto emerge da un'indagine di Fipe-Federazione Italiana Pubblici Eservcizi (oltre 200.000 imprese tra bar, pizzerie, trattorie, ristoranti), secondo la quale oltre il 30% dei ristoratori ha ridotto i prezzi per intercettare un piu' ampio spettro dela domanda. "Dopo un anno ancora pesante per il settore, che ha registrato l'uscita mesta dal mercato di oltre 16.000 piccole imprese di bar o ristorante prive di qualsiasi sostegno pubblico, durante queste Festivita' di fine d'anno sobrie ma non di crisi - ha commentato il Presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani - gli operatori si fanno in quattro per consentire agli italiani di ritrovarsi con spensieratezza in compagnia di famigliari e amici nei tanti locali pubblici aperti per l'occasione, con la speranza che i timidi segnali di ripresa dell'economia si riflettano piu' direttamente sulle famiglie in modo da consildarli anche sull'economia reale". Il classico "cenone + veglione" costera' in media 81,10 euro, cioe' il 2,9% in meno rispetto al prezzo del 2008.
Saranno quasi 5,6 milioni le persone che sceglieranno il ristorante per consumare il cenone fino a notte inoltrata con una modesta ma incoraggiante crescita rispetto allo scorso anno (+ 1,1% sul 2008). Non a caso oltre il 90% ha gia' deciso dove trascorrera' il Capodanno, mentre per gli altri si profila una decisione last minute, ma che sembra comunque essere orientata alla scelta di un locale esterno, piuttosto che all'interno delle case. L'impegno dei ristoratori quest'anno sara' totale e non riguardera' soltanto il cenone in se'. Grande attenzione verra' posta a varie forme di intrattenimento ( in oltre il 70% dei locali vi sara' musica, spesso dal vivo): un modo per allietare la serata "piu' importante dell'anno", particolarmente gradito dalla clientela. Ma il core business restera' l'offerta gastronomica : un ristoratore su due intende rafforzare la proposta gastronomica con ricette piu' semplici o tradizionali (otto ristoranti su dieci serviranno spumante) che in casa non si e' piu' soliti cucinare, ma privilegiando sempre prodotti nazionali o del territorio anche tra quelli senza Dop o Igp, selezionati con cura e competenza dagli chef. Il servizio sara' preferibilemente "all inclusive" (formula che garantisce rispetto della qualita' delle pietanze e al tempo stesso dei tempi di servizio), ma non mancheranno locali, soprattutto i piu' prestigiosi, in cui sara' possibile ordinare "a la carte".
Complessivamente circa 400.000 addetti fra cucina e sala cercheranno di far passare agli italiani a S. Silvestro una serata "speciale" nei 64mila ristoranti aperti (87,6% del totale) con un incremento del 1,6% rispetto alle aperture dello scorso anno.
Fonte Agi
31 dicembre 2009
30 dicembre 2009
Zaia ringrazia i consumatori che hanno scelto prodotti italiani per la spesa di Natale
"Voglio dire grazie a tutti i consumatori, che anche quest'anno hanno scelto la tradizione e i prodotti del made in Italy agroalimentare. E voglio invitare tutti, ancora una volta, a comprare e consumare italiano. Sono molto soddisfatto che un numero sempre crescente di famiglie dimostri di prediligere territorialità e stagionalità dei prodotti acquistati; caratteristiche, queste, che oltre a costituire un fattore di risparmio sulla spesa di tutti i giorni, sono anche garanzia di gusto e salubrità dei cibi che arrivano sulle nostre tavole".
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, a proposito dei consumi alimentari di queste festività. La tavola delle famiglie italiane è stata imbandita con prodotti rigorosamente made in Italy. "Lo scorso anno - ha proseguito Zaia - avevo lanciato un appello perchè all'ananas e ai prodotti tropicali si preferissero i prodotti di prossimità, di stagione. Il mio appello ha sortito il suo effetto. Sono felice di constatare che anche quest'anno i cittadini - consumatori abbiano scelto di aiutare i nostri agricoltori, le nostre imprese, quanti lavorano tutto l'anno per garantirci cibi sani, sicuri e gustosi e per fare grande l'immagine del made in Italy nel mondo. Come fanno le nostre aziende vitivinicole, protagoniste quest'anno di ‘Brindo Italiano', l'iniziativa che ho promosso e sostenuto e che, dal 18 dicembre, mette in scena, nelle trasmissioni di tutte le maggiori emittenti nazionali e regionali, i nostri vini spumante".
Le bottiglie di "Brindo Italiano", delle magnum da tre litri, sono state preparate dai Consorzi aderenti all'inizitiva e sono riconoscibili dalle etichette recanti il nome del vino e il logo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. "Brindiamo italiano anche a Capodanno: diamo una mano alle nostre imprese e alla nostra economia - ha concluso Zaia - acquistando vini di grande pregio e qualità, ognuno dei quali racconta, in un bicchiere, la storia e la tradizione di un territorio".
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, a proposito dei consumi alimentari di queste festività. La tavola delle famiglie italiane è stata imbandita con prodotti rigorosamente made in Italy. "Lo scorso anno - ha proseguito Zaia - avevo lanciato un appello perchè all'ananas e ai prodotti tropicali si preferissero i prodotti di prossimità, di stagione. Il mio appello ha sortito il suo effetto. Sono felice di constatare che anche quest'anno i cittadini - consumatori abbiano scelto di aiutare i nostri agricoltori, le nostre imprese, quanti lavorano tutto l'anno per garantirci cibi sani, sicuri e gustosi e per fare grande l'immagine del made in Italy nel mondo. Come fanno le nostre aziende vitivinicole, protagoniste quest'anno di ‘Brindo Italiano', l'iniziativa che ho promosso e sostenuto e che, dal 18 dicembre, mette in scena, nelle trasmissioni di tutte le maggiori emittenti nazionali e regionali, i nostri vini spumante".
Le bottiglie di "Brindo Italiano", delle magnum da tre litri, sono state preparate dai Consorzi aderenti all'inizitiva e sono riconoscibili dalle etichette recanti il nome del vino e il logo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. "Brindiamo italiano anche a Capodanno: diamo una mano alle nostre imprese e alla nostra economia - ha concluso Zaia - acquistando vini di grande pregio e qualità, ognuno dei quali racconta, in un bicchiere, la storia e la tradizione di un territorio".
Spesi 3,2 miliardi per la tavola di Natale
In attesa di dati certi sui reali consumi degli italiani durante le feste, una tendenza si conferma anche quest'anno: il made in Italy e la tradizione dominano le tavole del Natale. Resta ancora da capire se a far prediligere lo spumante italiano e i tortellini in brodo allo champagne e al caviale con panna acida e blinis sia l'amor patrio, la solidarieta' verso gli agricoltori e gli industriali del settore (come auspica il ministro Zaia), una piu' diffusa cultura del territorio o, piu' banalmente, il persistere degli effetti della crisi economica che al momento segnano ancora la vita quotidiana nonostante le avvisaglie di ripresa nel lontano orizzonte.
Se e' vero che in Italia si consuma meno champagne (4 milioni nel 2009 contro le 4,5 del 2008 e le 5,6 nel 2007) e' altrettanto vero che, pur a fronte di una brillante crescita delle esportazioni delle bollicine italiane (+9 in Usa, +30% in Francia), il consumo interno a Natale e Capodanno, stimato in 90 milioni di bottiglie, e' calato del 2% (dati Confagricoltura). In compenso, fra cena del 24 e pranzo del 25, gli italiani hanno speso poco piu' di 3,2 miliardi di euro (stime fatte dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori) con una crescita dello 0,5% rispetto al 2008, andata per lo piu' a vantaggio del Made in Italy e a discapito di salmone, caviale, ostriche, frutta esotica.
La spesa alimentare - sempre secondo le stime della Cia - e' stata cosi' ripartita: in 1,1 miliardi di euro per carni e pesce, di 630 milioni per primi piatti e per il pane, di 500 milioni per dolci (con panettoni e pandori che hanno fatto la parte del leone); 420 milioni per vini e spumanti (per il 94% italiani), 350 milioni per formaggi e salumi (molti dei quali a denominazione di origine) e 210 mln per frutta fresca o secca. Dalle prime stime si ricava che gli italiani, sempre piu' attenti ai conti anche per i prezzi alimentari in crescita, hanno indirizzato i loro acquisti verso prodotti enogastronomici piu' abbordabili.
Una buona performance si e' avuta dai vini, soprattutto i rossi. Secondo le stime della Cia, si sono stappate circa 80 milioni di bottiglie, con una crescita dell' 1,8% rispetto allo scorso anno. Sempre secondo Cia, per gli acquisti le famiglie si sono rivolte in prevalenza alla grande distribuzione (56%), seguita dai negozi tradizionali (24%), dai mercatini locali (18%), e da internet (2%). Chi si e' rivolto direttamente alle aziende ha risparmiato il 30%.
Nonostante l'oculatezza del periodo, secondo Coldiretti, dalla cena e del pranzo di Natale e' avanzata una montagna di cibo per un valore stimato in 900 mila euro. Per riutilizzarli sono pronte le ricette del giorno dopo, piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta o le braciole di carne, involtini ottenuti dal rostbeef avanzato con l'aggiunta di salame e formaggio. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono una ottima soluzione di recupero ma anche le frittate, senza dimenticare la ratatouille per ridar vita ai resti delle verdure.
Fonte Ansa
Se e' vero che in Italia si consuma meno champagne (4 milioni nel 2009 contro le 4,5 del 2008 e le 5,6 nel 2007) e' altrettanto vero che, pur a fronte di una brillante crescita delle esportazioni delle bollicine italiane (+9 in Usa, +30% in Francia), il consumo interno a Natale e Capodanno, stimato in 90 milioni di bottiglie, e' calato del 2% (dati Confagricoltura). In compenso, fra cena del 24 e pranzo del 25, gli italiani hanno speso poco piu' di 3,2 miliardi di euro (stime fatte dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori) con una crescita dello 0,5% rispetto al 2008, andata per lo piu' a vantaggio del Made in Italy e a discapito di salmone, caviale, ostriche, frutta esotica.
La spesa alimentare - sempre secondo le stime della Cia - e' stata cosi' ripartita: in 1,1 miliardi di euro per carni e pesce, di 630 milioni per primi piatti e per il pane, di 500 milioni per dolci (con panettoni e pandori che hanno fatto la parte del leone); 420 milioni per vini e spumanti (per il 94% italiani), 350 milioni per formaggi e salumi (molti dei quali a denominazione di origine) e 210 mln per frutta fresca o secca. Dalle prime stime si ricava che gli italiani, sempre piu' attenti ai conti anche per i prezzi alimentari in crescita, hanno indirizzato i loro acquisti verso prodotti enogastronomici piu' abbordabili.
Una buona performance si e' avuta dai vini, soprattutto i rossi. Secondo le stime della Cia, si sono stappate circa 80 milioni di bottiglie, con una crescita dell' 1,8% rispetto allo scorso anno. Sempre secondo Cia, per gli acquisti le famiglie si sono rivolte in prevalenza alla grande distribuzione (56%), seguita dai negozi tradizionali (24%), dai mercatini locali (18%), e da internet (2%). Chi si e' rivolto direttamente alle aziende ha risparmiato il 30%.
Nonostante l'oculatezza del periodo, secondo Coldiretti, dalla cena e del pranzo di Natale e' avanzata una montagna di cibo per un valore stimato in 900 mila euro. Per riutilizzarli sono pronte le ricette del giorno dopo, piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta o le braciole di carne, involtini ottenuti dal rostbeef avanzato con l'aggiunta di salame e formaggio. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono una ottima soluzione di recupero ma anche le frittate, senza dimenticare la ratatouille per ridar vita ai resti delle verdure.
Fonte Ansa
29 dicembre 2009
Coldiretti: A Natale boom per la spesa alimentare direttamente dagli agricoltori
Sono circa 500 i mercati degli agricoltori presenti in tutte le regioni italiane con un aumento del 360 per cento rispetto allo scorso anno quando se ne contavano appena 106. E' questa la vera novità del Natale 2009 che emerge dal "Rapporto sugli acquisti dei prodotti alimentari direttamente dalle imprese agricole", realizzato da Coldiretti/Agri2000 e presentato in occasione delle festività di Natale quando si prevede un vero boom per la spesa di campagna e per il turismo enogastronomico con gli acquisti in fattorie, cantine e mercatini per cenoni e regali convenienti e originali.
Due italiani su tre (67 per cento) hanno acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo, la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita nel 2009 battendo nell'alimentare negozi ed ipermercati grazie ad un incremento dell' 11 per cento del valore delle vendite per un totale stimato in 3 miliardi di Euro. Ben il 41 per cento - sottolinea la Coldiretti - viene speso per l'acquisto di vino in cantina, il 21 per cento per l'ortofrutta, il 14 per cento per formaggi e latte, l'8 per cento per carni e salumi, il 5 per cento per l'olio di oliva e altrettanto per le piante ornamentali.
Si tratta - continua la Coldiretti - di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale perché concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo. Tra le motivazioni di acquisto dell'indagine Swg/Coldiretti spicca infatti la genuinità (71 per cento) seguita dal risparmio (40 per cento) e dal gusto (26 per cento).
Nel 2009 sono saliti a 63.600 con un aumento boom del 64 per cento rispetto al 2001 e del 7 per cento rispetto al 2008, i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, secondo il rapporto dell'Osservatorio sulla vendita diretta delle aziende agricole promosso da Coldiretti e Agri2000. Si tratta di ben il 7,4 per cento del totale delle aziende agricole italiane iscritte alle Camere di commercio, diffuse in tutte le Regioni con in testa la Toscana con undicimila aziende (18 per cento del totale) seguita da Lombardia (l'11 per cento), Veneto e Piemonte (i l 9 per cento), Abruzzo, Sicilia ed Emilia Romagna (tra l'8 e il 9 per cento del totale) e le altre regioni in cui l'incidenza non supera il 5 per cento.
Oltre due imprese agricole su tre (69 per cento) utilizzano per vendere locali adattati all'interno dell'azienda.
L'8 per cento partecipa ai farmers market, i mercati degli agricoltori, mentre il 18 per cento dispone di un vero negozio aziendale e ben il 31 per cento partecipa a mercati e fiere locali molto diffusi in occasione del Natale. Aumentano i casi di apertura dei negozi in città (4 per cento), mentre restano stabili le consegne a domicilio (6 per cento).
"La vendita diretta è una opportunità per il Paese con un aumento della concorrenza che va a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono così garantirsi acquisti sicuri e di qualità al giusto prezzo" afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini" nel sottolineare che "è anche una occasione far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione italiana per poterli riconoscere in tutte le altre forme di vendita senza cadere nell'inganno del falso made in Italy". Si tratta di un tassello importante del nostro progetto per una filiera agricola tutta italiana per che con coinvolgimento dei mercati di Campagna Amica, Consorzi Agrari, cooperative, agriturismi e imprese, punta a far arrivare sul mercato prodotti al cento per cento italiani direttamente dagli imprenditori agricoli.
Sul sito Campagna Amica e' disponibile una mappa delle imprese agricole che vendono direttamente i prodotti distinti per provincia, ma anche un elenco dei mercati dei produttori attivi nelle diverse città e le iniziative delle singole aziende per offrire cesti natalizi di qualità.
Due italiani su tre (67 per cento) hanno acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo, la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita nel 2009 battendo nell'alimentare negozi ed ipermercati grazie ad un incremento dell' 11 per cento del valore delle vendite per un totale stimato in 3 miliardi di Euro. Ben il 41 per cento - sottolinea la Coldiretti - viene speso per l'acquisto di vino in cantina, il 21 per cento per l'ortofrutta, il 14 per cento per formaggi e latte, l'8 per cento per carni e salumi, il 5 per cento per l'olio di oliva e altrettanto per le piante ornamentali.
Si tratta - continua la Coldiretti - di un fenomeno in controtendenza rispetto alla crisi generale perché concilia la necessità di risparmiare con quella di garantirsi la sicurezza del cibo. Tra le motivazioni di acquisto dell'indagine Swg/Coldiretti spicca infatti la genuinità (71 per cento) seguita dal risparmio (40 per cento) e dal gusto (26 per cento).
Nel 2009 sono saliti a 63.600 con un aumento boom del 64 per cento rispetto al 2001 e del 7 per cento rispetto al 2008, i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, secondo il rapporto dell'Osservatorio sulla vendita diretta delle aziende agricole promosso da Coldiretti e Agri2000. Si tratta di ben il 7,4 per cento del totale delle aziende agricole italiane iscritte alle Camere di commercio, diffuse in tutte le Regioni con in testa la Toscana con undicimila aziende (18 per cento del totale) seguita da Lombardia (l'11 per cento), Veneto e Piemonte (i l 9 per cento), Abruzzo, Sicilia ed Emilia Romagna (tra l'8 e il 9 per cento del totale) e le altre regioni in cui l'incidenza non supera il 5 per cento.
Oltre due imprese agricole su tre (69 per cento) utilizzano per vendere locali adattati all'interno dell'azienda.
L'8 per cento partecipa ai farmers market, i mercati degli agricoltori, mentre il 18 per cento dispone di un vero negozio aziendale e ben il 31 per cento partecipa a mercati e fiere locali molto diffusi in occasione del Natale. Aumentano i casi di apertura dei negozi in città (4 per cento), mentre restano stabili le consegne a domicilio (6 per cento).
"La vendita diretta è una opportunità per il Paese con un aumento della concorrenza che va a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono così garantirsi acquisti sicuri e di qualità al giusto prezzo" afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini" nel sottolineare che "è anche una occasione far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione italiana per poterli riconoscere in tutte le altre forme di vendita senza cadere nell'inganno del falso made in Italy". Si tratta di un tassello importante del nostro progetto per una filiera agricola tutta italiana per che con coinvolgimento dei mercati di Campagna Amica, Consorzi Agrari, cooperative, agriturismi e imprese, punta a far arrivare sul mercato prodotti al cento per cento italiani direttamente dagli imprenditori agricoli.
Sul sito Campagna Amica e' disponibile una mappa delle imprese agricole che vendono direttamente i prodotti distinti per provincia, ma anche un elenco dei mercati dei produttori attivi nelle diverse città e le iniziative delle singole aziende per offrire cesti natalizi di qualità.
24 dicembre 2009
Buon Natale cari amici di Italian Food Net...
...E da New York City mi sono spostato al caldo... Ai Caraibi!!! In giro tra la Florida, il Messico e le Bahamas!! Che paradiso!!!
Ma parliamo di cucina!!!
Oggi vi dirò come fare uno dei dolci più classici delle feste: il Pandoro
Ingredienti
610 g di farina
250 g di burro
175 g di zucchero
30 g di lievito di birra
8 uova
1 limone
1 dl di panna fresca
un pizzico di vanillina
50 g di zucchero a velo
Setacciate 75 g di farina in una terrina, unite 10 g di zucchero, il lievito precedentemente sbriciolato, ed un tuorlo. Impastate bene il tutto, aggiungendo due cucchiai di acqua tiepida. Coprite l’impasto con un telo di cotone e lasciatelo lievitare per un paio di ore. Unite 160 g di farina setacciata, 25 g di burro ammorbidito, 90 g di zucchero, 3 tuorli ed impastate. Lasciate lievitare l’impasto per sue ore. Unite il resto della farina, 40 g di burro, 75 g di zucchero, 1 uovo intero e 3 tuorli.
Impastate a lungo e fate lievitare per la terza volta, sempre coperto ed in luogo tiepido, per 2 ore. Lavorate l’impasto ed incorporatevi il resto del burro ammorbidito, la panna, la buccia grattugiata del limone e la vanillina. Impastate fino ad ottenere un composto morbido. Ricavate dalla pasta due palle e disponetele in 2 stampi precedentemente imburrati e fate lievitare in un luogo tiepido finché la pasta arriverà al bordo degli stampi. Fate cuocere per 40 minuti in forno preriscaldato a 190°. Abbassate il calore a 160° a metà cottura. Fate raffreddare e spolverizzate con lo zucchero a velo.
Ma parliamo di cucina!!!
Oggi vi dirò come fare uno dei dolci più classici delle feste: il Pandoro
Ingredienti
610 g di farina
250 g di burro
175 g di zucchero
30 g di lievito di birra
8 uova
1 limone
1 dl di panna fresca
un pizzico di vanillina
50 g di zucchero a velo
Setacciate 75 g di farina in una terrina, unite 10 g di zucchero, il lievito precedentemente sbriciolato, ed un tuorlo. Impastate bene il tutto, aggiungendo due cucchiai di acqua tiepida. Coprite l’impasto con un telo di cotone e lasciatelo lievitare per un paio di ore. Unite 160 g di farina setacciata, 25 g di burro ammorbidito, 90 g di zucchero, 3 tuorli ed impastate. Lasciate lievitare l’impasto per sue ore. Unite il resto della farina, 40 g di burro, 75 g di zucchero, 1 uovo intero e 3 tuorli.
Impastate a lungo e fate lievitare per la terza volta, sempre coperto ed in luogo tiepido, per 2 ore. Lavorate l’impasto ed incorporatevi il resto del burro ammorbidito, la panna, la buccia grattugiata del limone e la vanillina. Impastate fino ad ottenere un composto morbido. Ricavate dalla pasta due palle e disponetele in 2 stampi precedentemente imburrati e fate lievitare in un luogo tiepido finché la pasta arriverà al bordo degli stampi. Fate cuocere per 40 minuti in forno preriscaldato a 190°. Abbassate il calore a 160° a metà cottura. Fate raffreddare e spolverizzate con lo zucchero a velo.
16 dicembre 2009
1000 pizze gratis a Napoli per festeggiare il riconoscimento Stg
In un'ora sono state sfornate oltre 500 margherite normali e 800 mignon alla pizzeria Rosati, in piazza Trieste e Trento, nel centro di Napoli, con una ressa di cittadini e turisti tutti pronti a scattare foto dell'evento. E' cosi', che Napoli ha festeggiato l'arrivo del riconoscimento Stg per la pizza napoletana.
'Il prezzo delle pizze margherita - spiegano gli organizzatori l'ex assessore all'agricoltura della Provincia di Napoli, Francesco Emilio Borrelli, il presidente dell'associazione pizzaioli napoletani Sergio Miccu', il pizzaiolo Gino Sorbillo - restera' bloccato per gli iscritti all'associazione pizzaioli napoletani e quindi variera' tra i 2.50 euro ai 3.50 euro. Dobbiamo impedire speculazioni anche se dovremo fare una grande battaglia per affermare il marchio Stg nel mondo''. ''L'80% delle pizzerie napoletane - continuano - sono naturalmente garantite per la loro storia e la loro qualita' ma nel resto del mondo una pizza su due e' fatta senza rispettare alcun disciplinare e alcuna regola. Sopratutto non e' fatta da pizzaioli formati. Il nostro prossimo obiettivo e' infatti affermare la professionalita' dei pizzaioli professionisti che sanno fare la vera pizza napoletana''. Presentata anche la Superpizza Stg, con le insegne del marchio Ue in pasta, basilico, mozzarella e pomodoro.
Contemporaneamente, in videoconferenza con Napoli, anche a New York ha festeggiato. ''La pizzeria Chest'e', nel quartiere Village, ha offerto pizza gratis ai clienti per tutta la mattina - hanno concluso gli organizzatori - L'stg per la pizza napoletana e' il riscatto agli occhi del mondo dei napoletani dopo la vergogna per i rifiuti''.
In occasione dei festeggiamenti e' stata offerta anche la 'Pizza Obama'. La nuova pizza e' fatta per meta' come la classica margherita e per l'altra meta' a base di ketchup, maionese e wrustel. ''Ovviamente tutti hanno preferito il lato della margherita - spiegano gli ideatori Francesco Emilio Borrelli, Sergio Miccu' e Gino Sorbillo - ma la nostra invenzione era in omaggio al presidente Usa che con nostra grande gioia ha ricevuto il Nobel per la pace''.
Fonte Ansa
'Il prezzo delle pizze margherita - spiegano gli organizzatori l'ex assessore all'agricoltura della Provincia di Napoli, Francesco Emilio Borrelli, il presidente dell'associazione pizzaioli napoletani Sergio Miccu', il pizzaiolo Gino Sorbillo - restera' bloccato per gli iscritti all'associazione pizzaioli napoletani e quindi variera' tra i 2.50 euro ai 3.50 euro. Dobbiamo impedire speculazioni anche se dovremo fare una grande battaglia per affermare il marchio Stg nel mondo''. ''L'80% delle pizzerie napoletane - continuano - sono naturalmente garantite per la loro storia e la loro qualita' ma nel resto del mondo una pizza su due e' fatta senza rispettare alcun disciplinare e alcuna regola. Sopratutto non e' fatta da pizzaioli formati. Il nostro prossimo obiettivo e' infatti affermare la professionalita' dei pizzaioli professionisti che sanno fare la vera pizza napoletana''. Presentata anche la Superpizza Stg, con le insegne del marchio Ue in pasta, basilico, mozzarella e pomodoro.
Contemporaneamente, in videoconferenza con Napoli, anche a New York ha festeggiato. ''La pizzeria Chest'e', nel quartiere Village, ha offerto pizza gratis ai clienti per tutta la mattina - hanno concluso gli organizzatori - L'stg per la pizza napoletana e' il riscatto agli occhi del mondo dei napoletani dopo la vergogna per i rifiuti''.
In occasione dei festeggiamenti e' stata offerta anche la 'Pizza Obama'. La nuova pizza e' fatta per meta' come la classica margherita e per l'altra meta' a base di ketchup, maionese e wrustel. ''Ovviamente tutti hanno preferito il lato della margherita - spiegano gli ideatori Francesco Emilio Borrelli, Sergio Miccu' e Gino Sorbillo - ma la nostra invenzione era in omaggio al presidente Usa che con nostra grande gioia ha ricevuto il Nobel per la pace''.
Fonte Ansa
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