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13 febbraio 2012

Prezzi del pesce alle stelle a causa del maltempo e delle proteste

E' a macchia di leopardo la mappa dei prezzi al consumo registrati nell'ultimo mese per i prodotti ittici: si va da un aumento assai significativo per lo spada di oltre il 36%, ad una riduzione per le vongole di quasi il 4%. Lo rende noto il servizio di informazione Sms consumatori del ministero delle Politiche agricole che monitora i listini di oltre 80 prodotti agroalimentari. Si registrano aumenti per acciughe (+0,35%), il cui prezzo medio e' di 6,75 euro/kg, calamari (+1,25%) per 16 euro/kg, merluzzi (+2,91%) per 15,45 euro/kg, spada (+36,24%) per 37,8 euro/kg. Stabili i listini invece per le spigole di allevamento, mentre calano quelli per vongole (-3,38%), cozze (-1,54%), trote (-0,68%), saraghi (-1,3%) e sgombri (-1,31%). "E' un mercato - spiega la Federcoopesca-Confcooperative - che sta risentendo degli effetti delle proteste e del maltempo e che sta lentamente riprendendo quota ma in modo non uniforme; i prezzi, scesi dopo le feste, solo ora danno i primi segnali di aumento"

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9 febbraio 2012

Lievitano i prezzi di frutta e verdura a causa del maltempo. Aumenti superiori anche del 100%

L'ondata di maltempo si sta trasformando in un vero disastro per l'agroalimentare italiano: i danni, al momento, superano abbondantemente i 150 milioni di euro, il 70 per cento dei quali (105 milioni di euro) riguarda solo l'agricoltura. Il freddo polare, che ha devastato un quarto dei campi coltivati a ortaggi, e l'impossibilità di trasportare le merci deperibili (200 mila tonnellate di frutta, verdura, latte, carne e uova) ha assestato all'intero settore un colpo micidiale. Più di 60 mila le strutture aziendali (serre, cascine, depositi, magazzini e stalle) distrutte o danneggiate dalla neve, dal gelo e dalla mancanza di corrente elettrica. Diecimila gli animali morti (tra bovini, ovicaprini, maiali e avicoli) e per molto altro bestiame ci sono seri rischi. E in tutto ciò si è infiltrata una sfrenata corsa speculativa sui prezzi dei prodotti freschi, che in pochi giorni hanno fatto registrare aumenti anche superiori al 100 per cento. Dal campo alla tavola i listini hanno subito rincari di dieci volte. A denunciarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori, fortemente preoccupata per la grave situazione che si è venuta a creare.

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7 febbraio 2012

Bruciato dal gelo il 25 per cento dei raccolti

Dopo gli effetti disastrosi provocati dal blocco dei tir, ora sul comparto si è abbattuta come un macigno anche l'ondata di freddo polare, che in meno di una settimana è costata all'intera filiera oltre 100 milioni di euro. E mentre l'allerta meteo resta alta in molte zone del Paese, il settore primario fa la prima conta dei danni con risultati devastanti.
Le stime della Cia-Confederazione italiana agricoltori parlano chiaro: quasi 50 mila imprese agricole "paralizzate" e il 25 per cento dei raccolti in campo aperto andati distrutti, con distese intere di cavolfiori, radicchio, carciofi, indivia e cicoria "bruciati" dal ghiaccio. E poi bloccati sulle strade e nelle aziende 100 mila tonnellate di ortofrutta, 200 mila litri di latte, 1 milione di uova e quasi 2 mila tonnellate tra carni bovine, suine e avicole. E ancora: danneggiati o distrutti il 5 per cento tra alberi da frutta, olivi e viti e ben il 10 per cento delle strutture aziendali, fra serre, stalle, magazzini, cascine e ripostigli. Che hanno ceduto sotto il peso della neve.

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6 febbraio 2012

Cinquantamila tonnellate di verdure ferme a marcire a causa del maltempo

Il maltempo, con neve e ghiaccio che ha bloccato la circolazione, impedisce le consegne dei cibi con cinquantamila tonnellate di verdure ferme a marcire nelle strade, nei magazzini e nelle aziende. E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base del monitoraggio effettuato su tutto il territorio nazionale dove difficoltà si registrano anche per le consegne di latte e degli altri prodotti deperibili. Una situazione difficile che - sottolinea la Coldiretti - rischia di dare il colpo di grazia a molte aziende con danni stimabili complessivamente fino ad ora in 50 milioni per effetto del deprezzamento delle merci deperibili, dei danni da gelo provocati alle coltivazioni invernali in campo e dei maggiori costi di riscaldamento delle serre, ma anche dei problemi strutturali provocati alle coltivazioni che hanno ceduto sotto il peso della neve. Se la situazione non tornerà subito alla normalità, gli effetti - continua la Coldiretti - rischiano presto di trasferirsi anche ai consumatori perché le forniture e i prezzi sugli scaffali dei supermercati non sono ancora tornati alla normalità, dopo lo sciopero dei tir.

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