Ci sono al latte, fondenti, "nocciolate", piccole, grandi o decorate. Ognuno ha la sua preferenza, ma quest'anno nella scelta delle uova di cioccolato gli italiani guarderanno più al portafoglio che al palato. Perché, nonostante la crisi e il crollo dei consumi alimentari, i prezzi al dettaglio sono aumentati tra il 5 e l'8 per cento. Colpa dei rialzi su scala mondiale del costo del cacao, che da inizio anno è salito di oltre 6 punti percentuali, ma anche dell'aumento dell'Iva al 21 per cento e del "caro-carburanti", visto che in Italia più dell'80 per cento dei trasporti commerciali avviene su strada. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Più in dettaglio, i prezzi variano quest'anno dai 5,10 euro per un uovo medio (tra i 200 e i 250 grammi) non di marca ai 12,90 euro per un uovo medio di marca. Con un incremento tendenziale del 5 per cento circa -spiega la Cia-. Chi invece sceglierà uova di Pasqua "artigianali", dovrà mettere in conto un budget molto più alto. Le uova di cioccolato da pasticceria (280 grammi) variano da un minimo di 25 euro fino a raggiungere picchi di 100-120 euro se si passa alla dicitura "cioccolato finissimo" o "extra". In questo caso il rincaro annuo si aggira mediamente all'8 per cento.
Più contenuti i rincari delle colombe pasquali che, insieme all'uovo di cioccolato, rappresentano la tradizione dolciaria di questa festa. Per quella "commerciale" si va dai 6 euro ai 9 euro per quella farcita, con un aumento del 2 per cento sul 2010. Le colombe "artigianali" oscillano invece dai 12 ai 30 euro, registrando un più 3 per cento rispetto all'anno scorso. Stabili invece i listini delle colombe non di marca: il prezzo, assolutamente "low-cost", resta tra i 3,50 e i 3,65 euro.
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29 marzo 2012
28 marzo 2012
Dagli under 35 una spinta alla ripresa dei consumi di vino fuori casa
In Italia sta nascendo una nuova generazione di consumatori che dimostra un grande interesse per il vino, una buona propensione alla spesa e un fortissimo interesse per i vini biologici, a basso contenuto di solfiti, a minor contenuto di alcol e tendenzialmente più leggeri e digeribili. Sono i giovani fino a 35 anni, che su queste tipologie di vino sono disposti a spendere sino a 50 euro a bottiglia. È questo uno dei risultati più eclatanti emersi dall'annuale ricerca di mercato realizzata da Vinitaly in collaborazione con Unicab.
Dal 2006 Vinitaly e Unicab sondano l'universo dei consumi di vino su due ben specifiche aree di mercato: ristoranti e locali di qualità (enoteche, wine & cocktail bar) e consumatori. Si tratta - per la costanza dell'osservazione - di una delle ricerche più complete realizzate e permette di monitorare l'evoluzione dei comportamenti in materia di vino.
«L'analisi di quest'anno si rivela estremamente importante - afferma Giovanni Brunetti di Unicab - perché è la prima che registra i trend di mercato all'indomani della "grande crisi", evidenziando le strategie adottate per limitarne o superarne gli effetti, l'impatto sui consumi di birre e soft-drinks e, sul versante consumatori, del combinato crisi economica-politiche antialcol». Consumatori: l'impatto pessimista della crisi, con la riduzione dei consumi fuori casa, sembra essersi ridotto, mentre il sondaggio mostra un ulteriore calo nei consumi individuali. Quest'ultimo motivato, però, non da ragioni economiche o legate alle politiche anti-alcol quanto ad un accresciuto interesse per la salute, oltre al consolidarsi di nuove abitudini di vita.
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Dal 2006 Vinitaly e Unicab sondano l'universo dei consumi di vino su due ben specifiche aree di mercato: ristoranti e locali di qualità (enoteche, wine & cocktail bar) e consumatori. Si tratta - per la costanza dell'osservazione - di una delle ricerche più complete realizzate e permette di monitorare l'evoluzione dei comportamenti in materia di vino.
«L'analisi di quest'anno si rivela estremamente importante - afferma Giovanni Brunetti di Unicab - perché è la prima che registra i trend di mercato all'indomani della "grande crisi", evidenziando le strategie adottate per limitarne o superarne gli effetti, l'impatto sui consumi di birre e soft-drinks e, sul versante consumatori, del combinato crisi economica-politiche antialcol». Consumatori: l'impatto pessimista della crisi, con la riduzione dei consumi fuori casa, sembra essersi ridotto, mentre il sondaggio mostra un ulteriore calo nei consumi individuali. Quest'ultimo motivato, però, non da ragioni economiche o legate alle politiche anti-alcol quanto ad un accresciuto interesse per la salute, oltre al consolidarsi di nuove abitudini di vita.
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27 marzo 2012
Gli italiani spendono di più per l'acqua minerale che per il vino
Gli italiani hanno speso di piu' per acquistare acqua che per il vino i cui consumi sono ulteriormente calati dell'uno per cento a meno di 40 litri per persona in un anno, praticamente dimezzati rispetto a 30 anni fa. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly dalla quale si evidenzia che, l'acquisto dell'acqua minerale con 19 euro al mese per famiglia è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera quella per il vino stimata pari a 18 euro nel 2011. Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani è stato accompagnato - sottolinea la Coldiretti - da una maggiore attenzione alla qualità ma a far calare la domanda insieme al cambiamento delle abitudini alimentari soprattutto nelle ristorazione sono state le campagne antialcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un più responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fine settimana.
Il calo nei consumi nazionali - continua la Coldiretti - è evidenziato anche dal fatto che nel 2011 si è addirittura bevuto più vino italiano all'estero che in Italia: sono stati esportati 24 milioni di ettolitri di vino a fronte di una produzione nazionale stimata di poco superiore a 40 milioni di ettolitri, la più contenuta degli ultimi 60 anni. Il risultato è che sono aumentate del 42 per cento le importazioni di vino straniero in Italia che nel 2011 hanno raggiunto un quantitativo record di 2,45 milioni di ettolitri, il massimo storico. Più della metà del vino importato in Italia - spiega la Coldiretti - viene dalla Spagna che ha triplicato in un solo anno le sue spedizioni verso il belpaese e per oltre l'80 per cento si tratta di vino sfuso. Se l'arrivo è stato favorito quest'anno da una vendemmia scarsa con un produzione Made in Italy non può non preoccupare - sostiene la Coldiretti - il peso crescente conquistato dai produttori spagnoli. La Spagna ha una produzione di vino che ha superato i 39 milioni di ettolitri nel 2011 ed è quindi molto vicina a quella italiana e sembra percorrere nel settore la stessa strada intrapresa nell'olio di cui sono diventati stabilmente il primo fornitore italiano...
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Il calo nei consumi nazionali - continua la Coldiretti - è evidenziato anche dal fatto che nel 2011 si è addirittura bevuto più vino italiano all'estero che in Italia: sono stati esportati 24 milioni di ettolitri di vino a fronte di una produzione nazionale stimata di poco superiore a 40 milioni di ettolitri, la più contenuta degli ultimi 60 anni. Il risultato è che sono aumentate del 42 per cento le importazioni di vino straniero in Italia che nel 2011 hanno raggiunto un quantitativo record di 2,45 milioni di ettolitri, il massimo storico. Più della metà del vino importato in Italia - spiega la Coldiretti - viene dalla Spagna che ha triplicato in un solo anno le sue spedizioni verso il belpaese e per oltre l'80 per cento si tratta di vino sfuso. Se l'arrivo è stato favorito quest'anno da una vendemmia scarsa con un produzione Made in Italy non può non preoccupare - sostiene la Coldiretti - il peso crescente conquistato dai produttori spagnoli. La Spagna ha una produzione di vino che ha superato i 39 milioni di ettolitri nel 2011 ed è quindi molto vicina a quella italiana e sembra percorrere nel settore la stessa strada intrapresa nell'olio di cui sono diventati stabilmente il primo fornitore italiano...
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21 marzo 2012
Debutta a Vinitaly il Pecorino di Offida, la nuova Docg delle Marche
Una nuova Docg, il Pecorino di Offida, vino caratteristico del Piceno, è il fiore all'occhiello con cui la Regione Marche si presenterà alla 46 edizione di Vinitaly, il Salone internazionale del vino e distillati che si terrà a Verona dal 25 al 28 marzo. Per l'occasione saranno organizzati percorsi sensoriali con assaggi del patrimonio enologico marchigiano: Verdicchio, Vernaccia di Serrapetrona, vini biologici, autoctoni e una terrazza per degustazioni non stop di oltre 200 vini. Saranno presenti 105 aziende della Regione tra consorzi, cantine e produttori, per rappresentare una realta' forte di un export che a segnato nel 2011 +8%, superando i 44 milioni di euro di fatturato.
Una crescita trainata, non solo dal terzo vino bianco piu' esportato al mondo, il Verdicchio (14 milioni di bottiglie prodotte, pari al 78% della produzione regionale a denominazione e 22 milioni di euro di fatturato nel 2011), ma anche dai vitigni autoctoni...
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Una crescita trainata, non solo dal terzo vino bianco piu' esportato al mondo, il Verdicchio (14 milioni di bottiglie prodotte, pari al 78% della produzione regionale a denominazione e 22 milioni di euro di fatturato nel 2011), ma anche dai vitigni autoctoni...
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19 marzo 2012
Basta soldi pubblici al "pecorino" prodotto in Romania
"Finalmente ha vinto il buonsenso. E' un grande risultato della nostra mobilitazione l'annuncio della cessione da parte della finanziaria del Ministero dello Sviluppo economico Simest delle quote di partecipazione in Lactitalia, la società che produce in Romania i formaggi pecorino e caciotta che fanno concorrenza alle produzioni del vero Made in Italy". E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel ricordare che "si è conclusa positivamente la battaglia della Coldiretti, delle associazioni dei consumatori e di 2215 i comuni, 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunità Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere, che hanno adottato delibere con le quali si denunciava che le operazioni di sostegno dell'Italian sounding, da parte della Simest, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della "saturazione"del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori di effettuare una corretta comparazione sulla base della diversa qualità e convenienza con prodotti autentici del Made in Italy".
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16 marzo 2012
Video ricetta: Brodo di crostacei
Ingredienti per circa 500 ml di brodo
10 Scampi piccoli
6 Gamberoni
1 Carota tritata
1 Costa di sedano tritata
1 Cipolla bianca tritata
2 Cucchiai di concentrato di pomodoro
½ Bicchiere di brandy
Olio Extra vergine di oliva
10 Scampi piccoli
6 Gamberoni
1 Carota tritata
1 Costa di sedano tritata
1 Cipolla bianca tritata
2 Cucchiai di concentrato di pomodoro
½ Bicchiere di brandy
Olio Extra vergine di oliva
Eliminate la testa dei gamberoni, togliete il guscio e mettete la polpa da parte. Fate la stessa cosa con gli scampi; eliminate la testa, praticate un taglio sulla pancia con le forbici e togliete il guscio
Scaldate una pentola e versateci l'olio, aggiungete la carota, il sedano e la cipolla. Fate soffriggere per 3-4 minuti. Aggiungete le teste e i gusci dei crostacei, fateli tostare per diversi minuti. Aiutatevi con un mestolo per rompere le teste e schiacciare i gusci. Dopo circa 10 minuti di cottura a fuoco medio, aggiungete il brandy e fate cuocere finchè non sarà evaporato
Quando il brandy sarà completamente evaporato, coprite i crostacei con acqua a temperatura ambiente, aggiungete il concentrato di pomodoro e fate sobbollire per circa 1 ora a fuoco medio. Se il brodo diventa troppo ristretto aggiungete altra acqua nel corso della cottura.
Appena il brodo è pronto, filtratelo con un colino a maglie strette. Potete utilizzarlo per le vostre ricette di pesce preferite.
Appena il brodo è pronto, filtratelo con un colino a maglie strette. Potete utilizzarlo per le vostre ricette di pesce preferite.
Aumentano le vendite dei vini di qualità nei supermercati
Le vendite del vino nella Grande Distribuzione risentono ancora della crisi, ma con segnali interessanti come la crescita dei vini nella fascia superiore ai 5 euro che registra nel 2011 un +11,1% a volume sull'anno precedente, confermando che gli italiani, anche al supermercato, comprano meno vino, ma di maggiore qualità. Se le vendite globali di vino confezionato fanno segnare un - 0,9%, quelle delle bottiglie da 75cl, al contrario, sono in crescita in due fasce di prezzo, quella bassa e quella alta: quella inferiore ai 3 euro, con un moderato aumento dello 0,6% a volume, e quella superiore ai 5 euro con un +11,1% a volume.
L'anteprima dell'indagine condotta da SymphonyIRI Group per Vinitaly (Verona, 25-28 marzo) sul mercato del vino nella grande distribuzione nel 2011 mostra anche che le vendite di vino in brik sono stazionarie, nonostante le promozioni crescenti, che i bottiglioni da un litro e mezzo sono in forte calo, che le bottiglie a denominazione d'origine crescono dell'1,1% a volume con un prezzo medio a litro di 4,1 euro. Si conferma la crescita del vino a marca commerciale delle catene distributive (+11% a volume), in linea con la tendenza degli ultimi tre anni .
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L'anteprima dell'indagine condotta da SymphonyIRI Group per Vinitaly (Verona, 25-28 marzo) sul mercato del vino nella grande distribuzione nel 2011 mostra anche che le vendite di vino in brik sono stazionarie, nonostante le promozioni crescenti, che i bottiglioni da un litro e mezzo sono in forte calo, che le bottiglie a denominazione d'origine crescono dell'1,1% a volume con un prezzo medio a litro di 4,1 euro. Si conferma la crescita del vino a marca commerciale delle catene distributive (+11% a volume), in linea con la tendenza degli ultimi tre anni .
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13 marzo 2012
Crolla la spesa delle famiglie italiane, si torna indietro di 30 anni
Il carrello della spesa delle famiglie italiane è sempre più povero. Secondo un rapporto di Intesa Sanpaolo "si deve tornare ai primi anni '80 per scendere al di sotto dei 2.400 euro annui destinati al comparto agro-alimentare". I consumi di prodotti alimentari, bevande e tabacchi nel 2011 mostrano un calo dell'1,5% a prezzi costanti. In termini di spesa procapite, si è tornati indietro di quasi 30 anni. La tendenza è in parte strutturale, legata ad esempio al minore consumi di alcune voci quali il tabacco, ma "segnala anche le evidenti difficoltà del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e sul reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un comparto dei bisogni poco comprimibili come l'agroalimentare". Nel rapporto, si evidenzia inoltre che "l'incremento della disoccupazione unito agli effetti delle manovre di correzione dei conti pubblici sulle famiglie fanno prevedere una nuova riduzione dei consumi". Consumi che "continueranno ad essere molto prudenti a fronte di risorse reddituali sempre piu' scarse"...
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12 marzo 2012
Il siciliano Mario Ragona è il miglior pasticcere d'Italia
Sono stati oltre 300 i cuochi che hanno partecipato ai campionati promossi dalla Fic a Tirreno C.T. per la XII edizione degli Internazionali d'Italia di Alta Cucina e contemporaneamente al X Campionato Nazionale e alla terza edizione del "Grand Junior Cooking Contest" per gli chef emergenti. In quattro giorni sono stati preparati oltre 500 piatti tra antipasti, piatti unici e dessert, giudicati da una giuria composta da oltre 30 cuochi giudici appartenenti alla Fic.
Si chiama Mario Ragona e viene da Firenze il miglior pasticcere d'Italia che si è aggiudicato il 1° posto assoluto per la categoria Seniores di Pasticceria con il punteggio più alto della categoria 98,50 punti (Cat D2), vincendo così 2 Medaglie d'oro, 1 Medaglia d'argento, Trofeo Internazionali d'Italia e il Titolo di Campione Italiano di Pasticceria Seniores.
Il trentunenne campione di origine siciliana, ha presentato tre sculture in zucchero, pastigliaggio e aerografia, spaziando dai temi di design ed eleganza, al piccolo Pinocchio in versione Walt Disney (nella foto). Le nuove tecniche di pasticceria artistica presentate da Ragona hanno affascinato la giuria composta da esperti di livello internazionale e conquistato il pubblico presente...
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Si chiama Mario Ragona e viene da Firenze il miglior pasticcere d'Italia che si è aggiudicato il 1° posto assoluto per la categoria Seniores di Pasticceria con il punteggio più alto della categoria 98,50 punti (Cat D2), vincendo così 2 Medaglie d'oro, 1 Medaglia d'argento, Trofeo Internazionali d'Italia e il Titolo di Campione Italiano di Pasticceria Seniores.
Il trentunenne campione di origine siciliana, ha presentato tre sculture in zucchero, pastigliaggio e aerografia, spaziando dai temi di design ed eleganza, al piccolo Pinocchio in versione Walt Disney (nella foto). Le nuove tecniche di pasticceria artistica presentate da Ragona hanno affascinato la giuria composta da esperti di livello internazionale e conquistato il pubblico presente...
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10 marzo 2012
Video ricetta: Polpette di pesce
Ingredienti per 2 persone
250 gr Pesce persico pulito a cubetti
250 gr Ricotta
100 gr Yogurt intero
100 gr Parmigiano grattugiato
50 gr Pomodori pachino tagliati in quattro
50 gr Burro
2 Spicchi di aglio
2 Scalogni tritati
2 uova
1 Bicchiere di vino bianco
1 Cucchiaino di senape
Scorza tritata di 1 limone biologico
½ Cetriolo a cubetti senza semi
Pangrattato
Noce moscata
Farina
Maggiorana
Prezzemolo
Basilico
Timo
Olio extra vergine di oliva
Sale e Pepe nero
VIDEO RICETTA250 gr Pesce persico pulito a cubetti
250 gr Ricotta
100 gr Yogurt intero
100 gr Parmigiano grattugiato
50 gr Pomodori pachino tagliati in quattro
50 gr Burro
2 Spicchi di aglio
2 Scalogni tritati
2 uova
1 Bicchiere di vino bianco
1 Cucchiaino di senape
Scorza tritata di 1 limone biologico
½ Cetriolo a cubetti senza semi
Pangrattato
Noce moscata
Farina
Maggiorana
Prezzemolo
Basilico
Timo
Olio extra vergine di oliva
Sale e Pepe nero
Prima di tutto mettete i seguenti ingredienti nel contenitore del mixer a immersione: lo yogurt, le foglie di basilico spezzate con le mani, il prezzemolo, il cetriolo, pepe nero macinato, un pizzico di sale e abbondante olio extra vergine di oliva. Frullate fino ad ottenere una salsa omogenea
Scaldate una padella antiaderente a fuoco medio, appena è calda, aggiungete l'olio d'oliva e una noce di burro. Appena il burro si è sciolto aggiungete l'aglio, lo scalogno, le foglie di timo, la maggiorana, la senape, lasciate cuocere per un paio di minuti quindi aggiungete il pesce, pepe nero macinato e fate cuocere per circa 4 minuti. Aggiungete il vino bianco e cuocete per almeno 5-8 minuti sminuzzando bene il pesce. Quando il vino è completamente evaporato, eliminate l'aglio, salate e fate raffreddare
Mettete il pesce in una boule capiente e aggiungete la scorza di limone, il parmigiano grattugiato, 1 uovo, la ricotta, abbondante noce moscata grattugiata, sale, pepe nero macinato, girate e fate amalgamare il composto quindi aggiungete una manciata abbondante di pangrattato per rendere il composto impasto più omogeneo e mescolate bene
Ungete le mani con dell'olio di oliva per evitare che l'impasto si attacchi alle mani. Prendete un po' di impasto, fate delle polpette della grandezza di una pallina da ping-pong, infarinate bene ogni polpetta, scrollatele per togliere la farina in eccesso, mettetele nell'uovo e infine nel pangrattato facendolo aderire bene
Mettete 1 litro di olio di oliva in una pentola piccola dai bordi alti e fatelo scaldare. Appena sarà caldo, mettete delicatamente le polpette nella pentola e fatele friggere fino a quando non saranno ben dorate. Quando sono pronte, toglietele dalla pentola con una schiumarola, scolatele bene e adagiatele sulla carta da cucina
Condite i pomodori con dell'olio di oliva, pepe macinato e un pizzico di sale. Mettete la salsa allo yogurt nel piatto da portata, adagiateci sopra le polpette, guarnitele con i pomodori e un rametto di timo, aggiungete un filo di olio e servite.
Buon appetito!
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9 marzo 2012
L'aumento dell'Iva costerà agli italiani oltre 1 milione di euro per la spesa alimentare
Il previsto aumento dell'Iva costerà agli italiani oltre un miliardo solo per le spese alimentari. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dell'articolo 18 della manovra del Governo Monti che fa scattare dal primo ottobre 2012 un aumento del 2 per cento delle aliquote Iva del 10 per cento e del 21 per cento, applicate a numerosi prodotti alimentari. Un aumento che - sottolinea la Coldiretti - non mancherà di determinare ulteriori effetti depressivi sulla spesa per i generi alimentari che nel 2011 sono calati dell' 1,3 per cento secondo l'Istat. Le tavole degli italiani si sono impoverite in quantità nel 2011 con meno carne bovina (-0,1 per cento), pasta (-0,2 per cento) carne di maiale e salumi (-0,8 per cento), ortofrutta (-1 per cento) e addirittura latte fresco (-2,2 per cento). L'aumento dell'iva dal 21 al 23 per cento - conclude la Coldiretti - colpirebbe alcuni prodotti di largo consumo come l'acqua minerale, la birra e il vino ma anche specialità come i tartufi mentre a quello dal 10 al 12 per cento sono interessati dalla carne al pesce, dallo yogurt alle uova ma anche il riso, il miele e lo zucchero.
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8 marzo 2012
Il gelato è rosa: nel 2011 in Italia oltre una impresa su 3 è donna
L'imprenditoria femminile domina nel comparto della produzione di gelati e gelaterie-pasticcerie. In media in Italia, il 35% per cento delle imprese individuali del settore nel 2011 ha un titolare donna, secondo i dati elaborati da Unioncamere Toscana - Registro Imprese.
Il campo della dolcezza sembra quindi appartenere alle donne, che in questo mondo trovano spesso la via per il successo. La percorrono quasi 4mila, per la precisione 3.794 imprenditrici in tutto il Paese. Fare gelato, infatti, si conferma uno dei business più promettenti del momento.
Il tasso di femminilizzazione varia dal 20 %% del Trentino Alto Adige - dato più basso - al record molisano, dove un titolare su 2 di gelateria è donna. Le donne sono in ottima posizione anche in Sardegna (48%%%), Abruzzo (47 %%%), Liguria (46 %%%) ed Emilia Romana (42 %%). In Toscana, dove la tradizione gelatiera è nata grazie al genio di Bernardo Buontalenti nel Rinascimento, le imprese femminili del settore produzione di gelati e gelaterie/pasticcerie sono il 39 %, mentre il tasso di femminilizzazione del mondo imprenditoriale si ferma sotto il 25 % (23,8 % secondo gli ultimi dati diffusi).
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Il campo della dolcezza sembra quindi appartenere alle donne, che in questo mondo trovano spesso la via per il successo. La percorrono quasi 4mila, per la precisione 3.794 imprenditrici in tutto il Paese. Fare gelato, infatti, si conferma uno dei business più promettenti del momento.
Il tasso di femminilizzazione varia dal 20 %% del Trentino Alto Adige - dato più basso - al record molisano, dove un titolare su 2 di gelateria è donna. Le donne sono in ottima posizione anche in Sardegna (48%%%), Abruzzo (47 %%%), Liguria (46 %%%) ed Emilia Romana (42 %%). In Toscana, dove la tradizione gelatiera è nata grazie al genio di Bernardo Buontalenti nel Rinascimento, le imprese femminili del settore produzione di gelati e gelaterie/pasticcerie sono il 39 %, mentre il tasso di femminilizzazione del mondo imprenditoriale si ferma sotto il 25 % (23,8 % secondo gli ultimi dati diffusi).
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7 marzo 2012
Dalla Toscana un modello per il primo pane Dop
Ribollita, zuppa di fagioli, panzanella, pappa col pomodoro. Sono soltanto alcune delle declinazioni del pane toscano che presto potrebbe avere il riconoscimento di Dop. Alla 32 esima edizione di Tirreno C.T., il salone dell'ospitalità e della ristorazione, in corso a CarraraFiere fino all'8 marzo, è stato presentato anche l'ambizioso progetto presso lo spazio di Assipan, il Sindacato italiano Panificatori (sezione di Massa Carrara).
Pane toscano "sciocco" Dop. Tre sono gli ingredienti caratteristici: lievito madre, farina di grano tenero e acqua. E su questi tre ingredienti si basa il disciplinare che prevede un marchio che renderà il pane toscano riconoscibile. L'avvio delle pratiche per il riconoscimento della Dop è stato avviato nell'ottobre 2001 con il contributo determinante delle istituzioni scientifiche toscane. Dopo la lettura, la procedura prevede che il disciplinare venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale italiana per essere successivamente inviato a Bruxelles per l'ultima fase comunitaria dell'iter burocratico. Il marchio "C.P.T. Pane Toscano a Lievitazione Naturale", è stato Registrato dal consorzio a cui è affidata la sua tutela e promozione. Il consorzio detiene il "disciplinare del pane Toscano Dop e la qualità del pane è garantita dal sistema di controllo adottato dal Consorzio, che copre l'intera filiera produttiva.
Nel disciplinare è previsto l'utilizzo di grani provenienti solo dalla Toscana e farine garantite dai molini toscani ai panificatori aderenti al Consorzio. Per "Pane Toscano a Lievitazione Naturale" s'intende il prodotto ottenuto da farina di grano tenero toscano di tipo "0" (a basso contenuto di glutine e con il mantenimento del germe che rimane parte integrante della farina), lievito naturale (pasta acida) e acqua. Il frumento tenero utilizzato deve essere prodotto e molito in Toscana. Quindi le farine dovranno essere ottenute da un mix di grani provenienti da varie parti della Toscana, per ottenere il massimo della qualità.
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Pane toscano "sciocco" Dop. Tre sono gli ingredienti caratteristici: lievito madre, farina di grano tenero e acqua. E su questi tre ingredienti si basa il disciplinare che prevede un marchio che renderà il pane toscano riconoscibile. L'avvio delle pratiche per il riconoscimento della Dop è stato avviato nell'ottobre 2001 con il contributo determinante delle istituzioni scientifiche toscane. Dopo la lettura, la procedura prevede che il disciplinare venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale italiana per essere successivamente inviato a Bruxelles per l'ultima fase comunitaria dell'iter burocratico. Il marchio "C.P.T. Pane Toscano a Lievitazione Naturale", è stato Registrato dal consorzio a cui è affidata la sua tutela e promozione. Il consorzio detiene il "disciplinare del pane Toscano Dop e la qualità del pane è garantita dal sistema di controllo adottato dal Consorzio, che copre l'intera filiera produttiva.
Nel disciplinare è previsto l'utilizzo di grani provenienti solo dalla Toscana e farine garantite dai molini toscani ai panificatori aderenti al Consorzio. Per "Pane Toscano a Lievitazione Naturale" s'intende il prodotto ottenuto da farina di grano tenero toscano di tipo "0" (a basso contenuto di glutine e con il mantenimento del germe che rimane parte integrante della farina), lievito naturale (pasta acida) e acqua. Il frumento tenero utilizzato deve essere prodotto e molito in Toscana. Quindi le farine dovranno essere ottenute da un mix di grani provenienti da varie parti della Toscana, per ottenere il massimo della qualità.
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2 marzo 2012
A febbraio l'inflazione sale al 3,3%. E' record dei prezzi di verdure, pasta e caffè
Secondo i dati Istat a febbraio l'inflazione e' salita al 3,3%, dal 3,2% di gennaio, ed aumenta dello 0,4% su base mensile. Il carrello della spesa, in un solo mese, costa lo 0,7% in piu': si tratta del rialzo maggiore dall'ottobre del 2008. A febbraio, l'l'Istituto nazionale di statistica rileva che i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza aumentano infatti dello 0,7% su base mensile e del 4,5% su base annua (+4,2% a gennaio). Rialzo record per la verdura ma anche per i prezzi di pasta, carne e caffe'. Il rialzo congiunturale dei prezzi degli Alimentari non lavorati e', secondo l'Istat, imputabile principalmente all'aumento dei prezzi dei vegetali freschi (+8,6%, -0,1% in termini tendenziali). Si rilevano incrementi su base mensile piu' moderati per i prezzi della frutta fresca (+1,5%), in flessione su base tendenziale (-2,3%) e per i prezzi del pesce fresco di mare di pescata (+2,1%, +5,9% in termini tendenziali) e del pesce fresco di mare di allevamento (+0,9%, +8,8% su base annua). Si segnala inoltre, nello stesso comparto, l'aumento congiunturale dello 0,4% della carne bovina, in crescita in termini tendenziali del 2,7%. Con riferimento agli alimentari lavorati, il prezzo della pasta sale su base mensile (+0,4%), mentre su base annua segna il +2,3%. Infine, continua ad aumentare il prezzo del caffe' (+0,7%, +14,7% rispetto a febbraio 2011).
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