10 ottobre 2012

Italiani e la tavola: la "ricetta" più richiesta è la certificazione

L'Italia è un paese storicamente noto per la tradizione culinaria ricca di piatti vari e gustosi. La qualità del cibo ricopre, senza ombra di dubbio, un ruolo centrale nel vissuto quotidiano degli italiani e la qualità del cibo è al 3° posto tra tutti i fattori che incidono sulla qualità della vita, preceduto solo dagli affetti famigliari e dalla stabilità economica. Lo rivela la ricerca "Italiani e qualità alimentare" di Nielsen, che ha indagato su cosa pensano gli italiani della qualità del cibo, quale ruolo assegnano alla certificazione e quale alla comunicazione. Secondo lo studio tre italiani su quattro, dovendo scegliere, dichiarano di preferire "un cibo sano piuttosto che uno gustoso". Ma cosa vuol dire "Qualità" per il consumatore? La qualità, rileva la ricerca, è prima di tutto associata alla genuinità di un prodotto (64%), seguono la rassicurazione del rispetto delle norme di legge e la comunicazione della provenienza geografica del "made in Italy", aspetti che insieme alla genuinità costituiscono i fattori che maggiormente contribuiscono a "classificare" un prodotto "di qualità". A sorpresa, la percezione di elevata qualità non va a braccetto con il posizionamento di prezzo: solo il 3% degli intervistati ritiene che il costo di un prodotto sia sempre indice di qualità.

Nella ricerca si evidenzia come l'attuale crisi economica sta incidendo sui modelli di acquisto e consumo degli italiani, facendo perdere terreno al prezzo, a vantaggio dell'informazione sulla tracciabilità della filiera e quindi della sicurezza di ciò che si mangia e sulla sua certificazione. Quindi se da un lato in questi anni di recessione e tentata ripresa, il confronto dei prezzi rappresenta la principale misura anticrisi, dall'altro il contenimento della spesa, che passa attraverso una maggiore attenzione ai prezzi, non si traduce per il consumatore in un impoverimento del valore del carrello.

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