L'anticiclone africano denominato "Caronte", che ci ha traghettato in piena estate, resta ancora in Italia. "Caldo e afa non si attenueranno, con evidenti disagi per la popolazione ma anche per le colture. Questa seconda ondata di calore sta arroventando il Paese e il rischio siccità si fa più concreto soprattutto nel Mezzogiorno". Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
"Mentre al Nord continua il passaggio di veloci temporali, che contribuiscono ad abbassare la colonnina di mercurio, al Centro-Sud le temperature restano bollenti -spiega la Cia- con conseguenze dirette sull'agricoltura. Le coltivazioni in campo aperto sono già state messe a dura prova nei mesi sorsi, segnati dalle scarse piogge primaverili che non hanno consentito un accumulo sufficiente di risorse idriche, e ora che si trovano nella fase produttiva hanno bisogno di un "surplus" di irrigazione aggravato dal caldo torrido. Frutta e ortaggi -ricorda la Cia- possono subire danni più o meno gravi a causa delle temperature "africane": dal colpo di calore, che dissecca porzioni della pianta provocando uno squilibrio idrico con effetti sullo sviluppo, alle scottature che colpiscono colletti e fusti delle giovani colture, alla spaccatura dei frutti. Senza contare che il caldo, accompagnato da un alto tasso di umidità, aumenta il rischio di attacchi parassitari e cresce anche il costo della "bolletta energetica" per mantenere i prodotti freschi nei magazzini di conservazione.
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