29 marzo 2011

Istat: tavole sempre più "povere". A gennaio vanno giù anche i discount


Gli italiani continuano a tirare la cinghia, risparmiando ancora una volta sulla tavola. Il 2010 è stato già un anno negativo per i consumi domestici, eppure il 2011 si è aperto ancora peggio: le vendite di prodotti alimentari sono diminuite dello 0,5 per cento rispetto a dicembre e dell'1,2 per cento nel confronto con lo stesso mese dell'anno precedente. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi dall'Istat sul commercio fisso al dettaglio.

Ciò che desta più allarme però - osserva la Cia - è il calo indistinto degli acquisti a prescindere dal canale di vendita. Nel 2010 le famiglie italiane si erano rivolte aidiscount abbandonando le botteghe di quartiere e i "classici" supermercatipur di risparmiare qualcosa sul carrello della spesa. Così il dettaglio tradizionale aveva perso nell'anno il 5,7 per cento rispetto al 2009 e iper e supermercati un più lieve 1,1 per cento, mentre discount e liberi servizi erano volati rispettivamente dell'1,4 per cento e del 6 per cento. A gennaio invece il crollo è generale: perdono le imprese operanti su piccole superfici (meno 1,5 per cento), gli ipermercati (meno 2,7 per cento), i supermercati (meno 1,4 per cento), ma soprattutto cedono il passo anche i discount. Segnando per la prima volta "rosso", con un meno 0,6 per cento.
Questo vuol dire che la gente semplicemente non compra - spiega la Cia - e che, rispetto a dodici mesi, fa la situazione non è affatto migliorata. Anzi, la percezione sulla situazione economica resta negativa e, di conseguenza, gli italiani continuano a "tagliare" su tutto, anche sul cibo.



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